Carmen arriva su una Harley Davidson, simbolo di tutte le donne che chiedono il rispetto dei propri diritti. Una donna libera.
L’opera lirica, ancora una volta, è capace di raccontare l’attualità attraverso musica e parole immortali. Questa Carmen è un chiaro "no" al femminicidio.
Il Maestro Damiano Maria Carissoni dirige i 40 elementi dell’Orchestra Dei Colli Morenici e il Maestro del coro Gianluca Fasano è alla direzione dei 50 elementi dei cori Francesco Tamagno e San Gregorio Magno. La regia è firmata da Gianni Dal Bello.
Il cast vede sul palco: Giorgia Gazzola (mezzosoprano) vestirà i panni di Carmen, Danilo Formaggia (tenore) quelli di Don Josè, Annarita Taliento (soprano) sarà Micaela e Giorgio Valerio (baritono) il toreador Escamillo.
Le coreografie sono firmate da Raphael Bianco e danzeranno professionisti della compagnia insieme agli allievi che hanno frequentato una settimana di stage intensivo di EgriBiancoDanza negli spazi del teatro.
“Quando si cita “Carmen” di Bizet vengono subito alla mente le note di “Habanera” o dell’aria di Escamillo, “Votre toast, je peux vous le rendre” che in realtà tutti conoscono come “Toreador”. Si pensa a Carmen come una “femme fatale”, pronta a sedurre tutti gli uomini che incrocia sul proprio cammino; si pensa a una donna senza scrupoli, pronta a tutto pur di conquistare chi le sta intorno, pubblico compreso - spiega Gianni Dal Bello nelle note di regia - Così gli spettatori stessi cadono in un grosso equivoco generato dal gioco del teatro. Si finisce per parteggiare per il “povero” brigadiere Don Josè, traviato dalla “perfida” donna; ci si chiede perché mai costui non abbia da subito accettato la corte della rassicurante Micaela. Fin qui la tradizione, rappresentata nell’opera da una serie di intrecci che hanno come sfondo i simboli della corrida (questa sì, tradizione per eccellenza). In realtà la narrazione di Carmen è il racconto crudo di un femminicidio avvenuto 200 anni fa cui, purtroppo, fanno eco oggi le quasi quotidiane notizie di violenza sulle donne. Volendo quindi rappresentare una Carmen simbolo di liberazione sessuale e del desiderio di libertà, donna nata libera e che comunque anche nella morte resterà libera, una che non si arrende e che prima di essere pugnalata a morte dal suo amante avrà il coraggio di rifiutarlo, quale modo migliore se non ambientare la storia nel periodo delle rivendicazioni di libertà per eccellenza? La fine degli anni Sessanta. Mi sono immaginato quindi una Carmen che vive alla ricerca del rispetto dei suoi diritti in un’atmosfera da “figli dei fiori”, quasi hippie, in cui tutto era trascinato da slogan tipo “peace and love”.
“Abbiamo cercato con i protagonisti sfumature che denunciano un certo perbenismo che spesso ha giustificato la violenza sulle donne o ha fatto “girare lo sguardo dall’altra parte” subito dopo l’ineluttabile attenzione richiamata dai media all’indomani dei femminicidi. Non è plausibile che alla fine dell’opera possa “scappare” qualche giustificazione tipo: “In fondo Carmen se l’è cercata”. Gli accadimenti di Carmen raccontano del fatidico “ultimo incontro” che spesso sfocia in femminicidio, parlano di una tradizione che nella mentalità maschile di possesso femminile è difficile da smontare - prosegue Dal Bello - Racconteremo questo, con leggerezza seguendo il filo della vita di tutti i giorni, sulle bellissime e immortali note di Bizet. Ecco: l’immortalità di Carmen è testimoniata dalla splendida musica che fin dalla seconda metà dell’Ottocento ci apre una finestra su un problema sempre attuale, oscurato dall’indifferenza. La compagnia di questa Carmen è validissima e particolarmente affiatata. Con la maggior parte dei cantanti ho già avuto modo di lavorare in altri allestimenti e tutti si sono subito calati nella versione “peace and love” di Carmen, con trovate sceniche insolite, come far arrivare la protagonista su Harley Davidson”.
Un’opera immortale, un messaggio attuale, un cast prezioso: sono questi gli elementi che fanno di questa “Carmen” un momento unico.
Su libretto di H. Meilhac
Tratta dal dramma omonimo di P. Mérimée
Giorgia Gazzola (Mezzosoprano) - Carmen
Danilo Formaggia (Tenore) - Don Josè
Anna Rita Taliento (Soprano) - Micaela
Giorgio Valerio (Baritono) - Escamillo
Regia Gianni Dal Bello
Una produzione de Il Maggiore.